ITC e didattica a distanza

Si discute da tempo se sia utile introdurre le tecnologie informatiche nella didattica delle discipline umanistiche. Molti si domandano se le applicazioni web non accrescano le già evidenti difficoltà di lettura e di riflessione da parte degli apprendenti. Ma possiamo completamente ignorarle, far finta che non esistano e che la scuola sia una turris eburnea, che va preservata dall’aggressione di tali strumenti? Se riflettiamo bene ci accorgiamo che in fondo anche la scrittura e il libro così come la comunicazione multimediale e il computer e la stessa lingua che parliamo sono dominate da forme di pensiero che rispecchiano la tecnologie della comunicazione che sono diventate , per dirla con Van Kerchove, la pelle della nostra cultura. Non è pertanto possibile tenere lontani dai processi di apprendimento quegli strumenti di comunicazione che connotano il nostro tempo ( scrittura elettronica, web, social network, blog, iPod, iPad , TV digitale…) e che sono i maggiori veicoli dell’informazione che procede, come ben sappiamo, in modo simultaneo e emotivamente coinvolgente. In effetti il carattere multimediale in cui avviene la comunicazione ( oralità, scrittura, immagini, suoni che interagiscono e cooperano fra loro) riflette non solo la contaminazione degli strumenti di comunicazione, ma anche e inevitabilmente la contaminazione degli orizzonti culturali, dei riferimenti narrativi.
La didattica a distanza è stata introdotta per fronteggiare la crisi Covid – 19 che ancora permane di fronte a noi. La piattaforma di sostegno a questa nuova espe4rienza #LaScuolaContinua, nata in risposta alla call del Ministero dell’Istruzione per la crisi Covid-19, è il progetto a cui hanno aderito Cisco, Google, IBM, TIM e WeSchool per supportare in modo congiunto le community del sistema scolastico durante l’emergenza scuole chiuse, che ancor oggi dopo una breve pausa permane difronte a noi.

    Molti insegnanti e alunni, che già praticavano la comunicazione attraverso i social e le connessioni a siti culturali e didattici, si sono dovuti cimentare con l’uso progettuale della didattica digitale, aggiornandosi e praticando pratiche diverse di apprendimento quali la cooperazione educativa ( cooperative learning) o la classe capovolta puntando sulla necessaria creatività per superare il ripetersi di schematismi e lontananza di affettività e interazione umana, che la semplice comunicazione sulle piattaforme quali ClassRoom, Meet, Teem o Zoom comporta.
    La scuola a distanza ha costituito un ‘esperienza nuova che ha sviluppato progressivamente la consapevolezza dei nuovi orizzonti che le tecnologie della comunicazione tracciano per il futuro, se vengono viste non come strumento sostitutivo della scuola in presenza ma come possibile integrazione per obiettivi precisi l’arricchimento formativo, la formazione continua, la possibilità di continuare in forme nuovo il dialogo avviato a scuola.

Esse non possono mai e poi mai sostituire l’incontro umano fra generazioni diverse e il senso della socialità che la scuola in presenza può dare.
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