lecto – scrittura

O SVILUPPO DELLE COMPETENZE LESSICALI ATTRAVERSO LA LECTO/SCRITTURA

Lo stesso carattere combinatorio, che abbiamo esaminato per le parole, lo ritroviamo nei testi di varia tipologia ( letterari e argomentativi), e insieme ad altri segni fonici e iconici nei video music , nelle canzoni e nelle varie forme di transcodificazione filmica. Anzi bisogna aggiungere che ognuna di queste forme di comunicazione, che fa parte e nello stesso tempo si differenzia dal semplice linguaggio quotidiano in cui avviene l’apprendimento della lingua madre, ha una sua specificità di canale, intensità del messaggio, di atti linguistici, che sono l’unità di base della descrizione linguistico – pragmatica che studia l’uso della lingua in situazione. A scoprire la categoria di atto linguistico e a darle rilievo sistematico fu il filosofo del linguaggio inglese J. L. Austin [1962], che risolse la dicotomia fra enunciati performativi /constativi , privilegiando nella loro descrizione il livello illocutorio, cioè il livello convenzionale di trasformazione del contesto. Nella più nota revisione teorica operata dal filosofo americano J. Searle [1969], l’atto illocutorio e l’atto linguistico finiscono per coincidere . Importanti sono anche gli studi di Jacobson sul processo comunicativo e le funzioni linguistiche.
Secondo Jacobson, formatosi alla scuola di Praga, nel processo di comunicazione è importante considerare chi sia l’emittente, chi il destinatario, quale sia il messaggio, il codice usato, quali il canale ed il contesto.
Nel momento della lettura, quindi, non vanno colti i singoli fattori della comunicazione, isolati tra loro, va invece colto l’insieme dei rapporti che sta alla base del processo comunicativo. Ma volta per volta una funzione può essere prevalente negli atti comunicativi:
– la fatico- emotivo- conativo quando a prevalere è l’intenzione dell’emittente e il destinatario è suggestionato dalla forza emotiva dell’emittente;
– la argomentativa, quando sono rilevanti in un contesto formale gli aspetti relativi al ragionamento, alla ponderazione dei vari elementi, alla discussione delle possibilità di soluzione dei problemi posti, alla persuasione verso la propria tesi in considerazione della concreta situazione in cui si agisce.
– La poetica quando a prevalere sono l’intensità particolare del messaggio e i suoi aspetti formali.
– la denotativa – descrittiva quando il riferimento maggiore è alla realtà che si vuole mimeticamente rappresentare.
E’ quindi necessario partire sempre dalla situazione comunicativa, in cui interagiscono varie funzioni di cui quasi sempre una è prevalente.
Il lessico con le sue specificità segniche, con gli accostamenti analogici, i ritorni semantici, le assonanze, le consonanze e la stessa struttura ritmica dei metri costituisce pertanto uno dei connotati essenziali del linguaggio poetico, ma ha la sua grande importanza anche quando a prevalere nell’atto comunicativo sono le altri funzioni. Ad esempio nei testi persuasivi, ma anche giornalistici- descrittive hanno rilievo le frasi topiche che determinano anche il ritmo dei periodi e la stessa impaginazione dello scritto scandendo molto spesso i paragrafi.
L’ascolto e la lettura devono esser perciò in grado di attivare, anche tramite le evidenze lessicali e il loro comporsi nella trama del testo, i processi cognitivi che sono alla base del Framework di OCSE PISA, che qui sotto viene riportato nella traduzione italiana di Maria Teresa Siniscalco.

Ugualmente interessante e con molti punti in comune è il grafico elaborato da Mario Ambel sulla lettura/comprensione/riscrittura dei testi:
La didattica della lettura, comprensione e riscrittura dei testi DI MARIO AMBEL riportato qui sotto: